Io e Cristina ci siamo conosciute a novembre 2018 e la nostra è una collaborazione di quelle non sempre perfette ma sicuramente sincere, che nel corso del tempo si è fortificata e affinata sempre di più.
Stava cercando qualcuno che potesse aiutarla a promuovere La Grotta di Luce, lo studio olistico che aveva appena aperto nel paesino in cui abita, e a valorizzare la sua realtà così unica e speciale per via delle varie e profonde competenze che sta sviluppando con grandissima passione da oltre 20 anni.
Cristina infatti è una counselor che spazia dalle tecniche di meditazione alla tarologia, dal reiki alle sessioni di ipnosi regressiva, dai bagni sonori con strumenti ancestrali all’utilizzo di rune e altri strumenti di divinazione.
Lavorare con lei è sempre un’esperienza stimolante e ricca per me, sia dal punto di vista professionale che spirituale. Vederla acquisire nuove competenze e abilità in campo digitale per riuscire a comunicare tutta la magia e la potenza del suo mondo è un viaggio pieno di soddisfazione e orgoglio.
In questa intervista ti racconta in che modo il percorso che stiamo facendo insieme le permette di avere l’energia e l’entusiasmo necessari per definire le sue priorità come professionista e perchè è stato così importante per le imparare a delegare.
Quali ragionamenti riguardo il tuo business ti hanno portato alla decisione di delegare?
Lavoro veramente da tanti anni nel settore dell’olistica e, in un mondo che è cambiato moltissimo, mi sono resa conto che la passione è fondamentale ma non è sufficiente quando si tratta di lavoro, e che bisogna fare in modo che il lavoro trovi il giusto riscontro. Sono tantissime le competenze che i nuovi linguaggi digitali impongono e non si può essere “tuttologi”.
Come operatore olistico e counselor, il mio lavoro consiste nell’ occuparmi dei miei clienti e del loro benessere tenendo in considerazione tutti gli aspetti del “problema” che li ha portati da me, aiutandoli e accompagnandoli nella ricerca delle loro risorse e delle loro più autentiche abilità.
È un lavoro che mette insieme tante competenze, che necessita di un pensiero trasversale e creativo e che non può mai essere condotto di fretta o superficialmente.
Dopo tanti anni di lavoro e sacrifici, con l’apertura del mio studio avevo raggiunto un traguardo importante che stava cominciando a dare i suoi frutti ma che mi metteva di fronte alla necessità di non potermi più affidare al “passaparola” o a una gestione “casalinga” delle newsletter e delle comunicazioni.
I clienti individuali, il lavoro dei e con i gruppi, i miei impegni con la docenza alla scuola italiana d’ipnosi regressiva si prendevano il 90% del mio tempo ed ero arrivata a passare troppe notti insonni davanti al PC per creare contenuti per i social (che avevo capito essere indispensabili ma per i quali non avevo le competenze necessarie) e cercare di comunicare i miei servizi a un pubblico più vasto.
Ero veramente arrivata alla frustrazione e quasi al burnout.
Quali attività hai deciso di delegare? Come sei arrivata a questa scelta?
Inizialmente ho chiesto di essere aiutata a gestire le newsletter e il contenuto del mio sito ma ci è voluto poco a capire che di tutta la passione e l’impegno che metto nel mio lavoro, nel creare, programmare, preparare esperienze cucite come una seconda pelle per favorire la crescita personale di ciascuno, non stavo comunicando quasi nulla e che il risultato finale era impersonale e “freddo”.
Insomma, esattamente il contrario di quella che sono io.
Non volevo più passare notti insonni senza ottenere risultati e soprattutto volevo vedere crescere le iscrizioni alla newsletter e alle pagine social così ho chiesto aiuto anche per tutta la gestione social della mia attività, in modo che io potessi concentrarmi completamente sui miei clienti e sui servizi che offro.
In che modo hai scelto di investire il tempo che hai risparmiato grazie alla delega?
Il tempo che ho risparmiato è stato investito principalmente nel mettere ordine tra le mie priorità, certamente lavorative ma non solo.
Ho creato contenuti più personali, ho ritrovato il piacere di raccontare e di raccontarmi, ho aumentato il tempo per gli approfondimenti pratici e teorici della mia professione e ho dedicato molto più tempo alla parte creativa dei contenuti imparando anche tecniche di fotografia (che uso per dare coerenza alle mie immagini su Instagram, ad esempio).
Ora riesco a curare meglio i dettagli dei seminari e ho ripreso la sana abitudine di camminare costantemente in natura, attività che ho sempre adorato e che mi dà quella serenità e quel respiro necessario ad alimentare anche il mio benessere.
Quali step e procedure ritieni fondamentali per impostare una buona collaborazione?
Sicuramente una buona collaborazione si deve basare sulla fiducia, sulla trasparenza e sulla comprensione.
Spiegare il mio lavoro non è per nulla facile, affidare contenuti delicati in termini di comprensione e di valore emotivo non è un qualcosa che si possa fare a cuor leggero.
In un settore dove circola di tutto, dagli interventi più seri a quelli più fantasiosi, affidare se stesse – perchè di questo si tratta, ogni singolo post non può prescindere da quelle informazioni che fanno di me un professionista seriamente preparata e non un “fenomeno” – richiede un atto di fiducia importante.
Devo sapere che l’altra persona non solo sarà sempre attenta persino alle sfumature, ma che è anche in grado di comprendere ciò che ho bisogno di dire e aiutarmi a trovare il modo migliore per farlo.
Su quali caratteristiche personali e lavorative hai basato la tua scelta?
Molto ha giocato, soprattutto nella fase iniziale, il fatto che mi sia stata consigliata da una persona che stimo molto, soprattutto per come ha saputo creare il suo business e farlo crescere negli anni senza perdere di genuinità.
Il feeling poi si è creato subito: seguo moltissimo il mio istinto e se nessun “allarme rosso” era suonato, allora di certo ero sulla buona strada.
Ci sono stati dei momenti di difficoltà durante la collaborazione però trovare dall’altra parte non solo una professionista ma prima di tutto una persona ha permesso a entrambe di confrontarsi con calma e comprensione, e questo mi ha confermato che continuavo a essere sulla strada giusta.
Oltre a questo ho sempre trovato una risposta alle mie esigenze nel gestire abilmente sia gli strumenti più tipicamente gestionali (creazione di moduli, newsletter, ecc.) che quelli legati alla comunicazione (post, avvisi, sponsorizzazioni, ecc).
Che suggerimento daresti a una professionista che sta valutando la delega come strumento di crescita?
Fare business è difficile e, anche se si hanno delle idee fantastiche, purtroppo questo non sempre basta.
Le cose da sapere sono veramente tante e il tempo necessario per acquisirle e metterle in pratica in modo utile è impressionante.
Non si può arrivare ovunque e a volte basta solo sistemare un semplice ingranaggio per far scattare quel click che semplifica enormemente la vita.
Quindi sicuramente consiglio di provarci: non è facile mollare le redini del controllo e certamente non va fatto in modo totale alla prima occasione ma è davvero importante chiedere e ottenere risposte, semplici, chiare e dirette.
Ci vuole pazienza, è vero, ma è un investimento e i frutti si vedono con il tempo: il denaro speso ritorna non solo in termini economici ma anche di soddisfazione lavorativa e personale, che è un elemento per nulla trascurabile. Vuoi mettere vedere la tua bella idea vestita a festa presentarsi come una star sul red carpet ai tuoi clienti?
La testimonianza di Cristina:
Quando ho iniziato a lavorare con Monica ero davvero frustrata.
Avevo bisogno di crescere, in un settore come il mio, quello dell’approccio olistico alla cura e alla crescita personale, dove la confusione è parecchia, ma l’impegno a livello comunicativo superava di gran lunga le mie disponibilità e il risultato era una gran fatica e zero risultati.
Con Monica ho imparato a concentrare le risorse senza perdere creatività, a stabilire priorità nella comunicazione senza viverle come limitazioni.
Affidando a lei il lato pratico della gestione, ho guadagnato tempo e spazio non solo per le mie attività ma anche per creare, divertendomi, contenuti nuovi e le idee di sono moltiplicate.
Il mio profilo cresce costantemente, stiamo cambiando look alla newsletter, aggiorniamo costantemente gli obbiettivi e, attraverso un monitoraggio preciso ma non soffocante, riusciamo ad «aggiustare il tiro» se serve. Non si tratta di delegare irresponsabilmente, ma di imparare a fare un vero lavoro di squadra.